Un articolo del 24 marzo scorso su una rivista di salute e benessere statunitense è stato dedicato a rispondere alla domanda del titolo usando alcuni studi scientifici.

Il vino alcolico, soprattutto quello di buona qualità, può avere dei benefici per la salute ma purtroppo rischiano di essere eliminati a causa della presenza dell’alcol che diventa un serio problema a causa dell’abuso, della dipendenza o di particolari stati fisici, psicofisici o purtroppo di patologie.

Un dealcolato è solo un vino normale a cui è stato rimosso l’alcool ma può conservare circa la stessa quantità di polifenoli che sono i benefici prodotti chimici vegetali naturali provenienti dalle bucce dell’uva (così come da altra frutta, verdura, noci e semi). Queste sostanze chimiche agiscono come antiossidanti che proteggono le cellule dai danni dei radicali liberi. I vini rossi contengono più polifenoli rispetto a quelli bianchi perché in questi ultimi di solito le bucce vengono rimosse prima nel processo di produzione.

 

Alcuni studi epidemiologici hanno trovato delle possibili correlazioni tra il bere moderate quantità di vino rosso con un numero inferiore di decessi dovuti a malattie cardiovascolari. Sembra perciò che esista una funzione di protezione e gli scienziati ritengono che le proprietà antiossidanti di questi polifenoli siano la ragione principale dei potenziali benefici per la salute. I polifenoli includono anche il famoso resveratrolo, un fenolo non flavonoide prodotto naturalmente da numerose piante per combattere i batteri e funghi e che potrebbe bloccare la replicazione virale, che è salito alla ribalta perchè studiato nel 2017 tra le sostanze in grado di contrastare un certo tipo di coronavirus in grado di causare la MERS.

Per ora le ricerche potrebbero rassicurare solo sui benefici al sistema cardiovascolare del vino rosso alcolico per le concentrazioni ematiche di alcuni polifenoli e su come influenzano alcuni dei marcatori biochimici associati alle malattie cardiovascolari. Questi studi indicano che il vino tradizionale ha un impatto maggiore ma il dealcolato, oltre a quell’effetto, migliora anche alcuni di questi marcatori togliendo di mezzo il lato negativo dell’assunzione di alcol. Ciò si traduce anche in un numero inferiore di calorie rispetto al vino tradizionale (da circa 1/4 fino a 1/3 delle calorie o di più a seconda dei produttori).
Un dealcolato inizia da un vero vino fermentato, ma prima di essere imbottigliato, viene rilavorato, filtrato e sottoposto a un processo che rimuove sia l’acqua che l’alcool. Successivamente il volume viene migliorato con un mix di acqua e succo d’uva non fermentato. Come nel vino tradizionale, ogni produttore si specializza in un processo di dealcolazione e selezionando il mix, in termini di quantità e composizione, che ritiene migliore per i propri prodotti.
Ecco allora che molti domandano: “Che sapore ha il vino analcolico? Che gusto ha il vino senza alcol? Identico o diverso? I dealcolati sono tutti identici o si differenziano come i vini tradizionali?”.
Rispondere che il sapore sia lo stesso è sbagliato tanto quanto illudere i consumatori di poter bere vino dimenticandosi la questione dell’alcool. Ci sembra scontato immaginare che la maggior parte degli enofili avrebbe difficoltà nell’abituarsi a un gusto senza alcol perché esso contribuisce in modo significativo al corpo, al bouquet e al sapore dei vini, soprattutto rossi. I bianchi dealcolizzati forse potrebbero essere più vicini ai loro tradizionali alcolici ma se si ama un tradizionale vino rosso forte e corposo, potrebbe non piacere o volerci del tempo per adattarsi al sapore molto debole della versione dealcolata. Però bisogna sottolineare che non ha nemmeno il sapore del succo d’uva. Un rosso dealcolato ha ancora un accenno di tannini e non è dolce come il semplice succo che non contiene tutte quelle sostanze benefiche sopra descritte e, anzi, contiene più zuccheri e cioè calorie.
Infine anche se si parla di dealcolati, spesso certificati persino Halal grazie alla completa rimozione dell’alcool, sarebbe consigliabile rivolgersi comunque al proprio medico o specialista prima di consumarlo in caso di gravidanza o di particolari patologie o dipendenze. In questo modo aumenta la fiducia nel prodotto e nelle modalità di assunzione, migliorando di conseguenza il nuovo stile di bere alternativo.
Fonti:
  1. Chiva-blanch G, Urpi-sarda M, Llorach R, et al. Differential effects of polyphenols and alcohol of red wine on the expression of adhesion molecules and inflammatory cytokines related to atherosclerosis: a randomized clinical trial. Am J Clin Nutr. 2012;95(2):326-34. doi:10.3945/ajcn.111.022889
  2. Modun D, Music I, Vukovic J, et al. The increase in human plasma antioxidant capacity after red wine consumption is due to both plasma urate and wine polyphenols. Atherosclerosis. 2008;197(1):250-6. doi:10.1016/j.atherosclerosis.2007.04.002
  3. Brown L, Kroon PA, Das DK, et al. The biological responses to resveratrol and other polyphenols from alcoholic beverages. Alcohol Clin Exp Res. 2009;33(9):1513-23. doi:10.1111/j.1530-0277.2009.00989.x

 

Ulteriori utili letture:

  • Brown L, Kroon PA, Das DK, Das S, Tosaki A, Chan V, Singer MV, Feick P. “The biological responses to resveratrol and other polyphenols from alcoholic beverages.” Alcohol Clin Exp Res. 2009 Sep;33(9):1513-23.
  • Chiva-Blanch G, Urpi-Sarda M, Llorach R, Rotches-Ribalta M, Guillén M, Casas R, Arranz S, Valderas-Martinez P, Portoles O, Corella D, Tinahones F, Lamuela-Raventos RM, Andres-Lacueva C, Estruch R. “Differential effects of polyphenols and alcohol of red wine on the expression of adhesion molecules and inflammatory cytokines related to atherosclerosis: a randomized clinical trial.” Am J Clin Nutr. 2012 Feb;95(2):326-34.
  • Modun D, Music I, Vukovic J, Brizic I, Katalinic V, Obad A, Palada I, Dujic Z, Boban M. “The increase in human plasma antioxidant capacity after red wine consumption is due to both plasma urate and wine polyphenols.” Atherosclerosis. 2008 Mar;197(1):250-6.